Bernadotte: il Generale Francese che divenne Re di Svezia

Jean-Baptiste Bernadotte è protagonista di una delle storie più straordinarie dell'epoca napoleonica. Da semplice sergente della Rivoluzione Francese a Maresciallo dell'Impero, fino a diventare Re di Svezia col nome di Carlo XIV Giovanni. Questa è la biografia dell'unico generale capace di sfidare Napoleone Bonaparte, fondando una dinastia reale che siede sul trono di Stoccolma ancora oggi. Scopriamo come il repubblicano con il tatuaggio "Morte ai Re" finì per indossare la corona.

Pubblicato: 22/12/2025

Ultima modifica: 26/12/2025

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Le origini di Jean-Baptiste Bernadotte e la carriera militare

Immaginate la Francia della fine del XVIII secolo. È un mondo rigido, bloccato, dove il destino di un uomo è scritto nel momento della sua nascita. Se non hai il sangue blu, se non hai i quarti di nobiltà, certi soffitti di cristallo non li puoi sfondare.

Jean-Baptiste Jules Bernadotte nasce in questo mondo, a Pau (nel sud-ovest della Francia, ai piedi dei Pirenei), nel 1763, figlio di un avvocato. Quando suo padre muore e lui si ritrova diciassettenne con pochi soldi e tanta ambizione, fa l'unica cosa possibile per un ragazzo robusto e sveglio: si arruola.

Ma attenzione, non stiamo parlando di una carriera folgorante. Nel 1780, nell'esercito del Re di Francia, un borghese può aspirare al massimo a diventare sergente. E infatti, per ben nove anni, Bernadotte rimane inchiodato lì. È bravo, è prestante (tanto da guadagnarsi il soprannome di "Sergent Belle-Jambe", Sergente Bel-Gamba, per come portava l'uniforme), ma è bloccato.

Poi, accade l'impensabile. Il 1789. La Rivoluzione Francese spazza via le vecchie regole come un uragano. Improvvisamente, il merito conta più del sangue. È il momento in cui, come dirà poi Napoleone, "ogni soldato ha il bastone da maresciallo nello zaino". Le porte si spalancano e il nostro sergente inizia una scalata vertiginosa che lo porterà dove nessuno avrebbe mai osato immaginare.

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Il rapporto con Napoleone Bonaparte e Désirée Clary

Bernadotte si distingue subito. È coraggioso, guida gli uomini con carisma. Nel 1794, sul campo di battaglia, il generale Kléber lo promuove generale di brigata. Due mesi dopo è generale di divisione. Corre veloce, Jean-Baptiste. E durante la Campagna d'Italia incontra un altro giovane generale, un corso magro e ambizioso di nome Napoleone Bonaparte.

Tra i due non scorre buon sangue. Si annusano, si studiano, si detestano cordialmente. Bernadotte è un giacobino fervente, un repubblicano tutto d'un pezzo che vede in Bonaparte un potenziale tiranno; Napoleone vede in lui un rivale invidioso ma capace.

Eppure, il destino li lega a doppio filo con un nodo impossibile da sciogliere: la famiglia. Nel 1798, Bernadotte sposa Désirée Clary. Chi è costei? È l'ex fidanzata di Napoleone, la donna che lui ha lasciato per Giuseppina. Non solo: Désirée è la sorella di Marie-Julie Clary, moglie di Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone.

Bernadotte entra così nel "clan". È un parente acquisito. Questo legame familiare sarà la sua assicurazione sulla vita. Napoleone, che ha un senso quasi tribale della famiglia, perdonerà a Bernadotte errori e insubordinazioni che avrebbero portato chiunque altro davanti al plotone d'esecuzione.

Da Maresciallo dell'Impero alla clemenza di Lubecca

La carriera di Bernadotte sotto l'Impero è un'altalena di onori e disastri sfiorati. Diventa Maresciallo dell'Impero nel 1804 e Principe di Pontecorvo nel 1806. Ma è proprio nel 1806 che accade l'episodio che cambierà la sua vita, anche se in quel momento sembrava la fine.

Durante la doppia battaglia di Jena e Auerstädt contro i Prussiani, Bernadotte compie un passo falso gravissimo: resta inattivo. Non aiuta né Napoleone né il maresciallo Davout. L'Imperatore è furioso, pensa di deferirlo alla corte marziale.

Per riscattarsi, Bernadotte si lancia all'inseguimento dei prussiani in rotta fino alla città di Lubecca. Qui, i francesi catturano un contingente svedese (la Svezia era alleata dei prussiani). Ed è qui che il "Sergente Bel-Gamba" compie il gesto decisivo: invece di trattare i prigionieri con durezza, si comporta con una cavalleria squisita. Protegge gli ufficiali svedesi, impedisce che vengano umiliati, offre loro rispetto.

Sembra un dettaglio di colore, vero? E invece è il seme che germoglierà anni dopo. Quegli ufficiali svedesi tornarono a casa raccontando di questo generale francese nobile e giusto.

Mappa del Regno di Svezia e Norvegia nel 1815.
Mappa del Regno di Svezia e Norvegia nel 1815.

Come Bernadotte divenne Re di Svezia (Carlo XIV Giovanni)

Facciamo un salto al 1809. Battaglia di Wagram. Un altro disastro nei rapporti con Napoleone. Bernadotte abbandona una posizione strategica (il villaggio di Aderklaa) e l'Imperatore lo destituisce sul campo, umiliandolo davanti a tutti. La sua carriera sembra finita.

Ma nel frattempo, in Svezia, c'è il caos. Il re Gustavo IV è stato deposto da un colpo di stato e il nuovo re, Carlo XIII, è anziano, malato e senza eredi. La dinastia degli Holstein-Gottorp si sta estinguendo. La Svezia ha bisogno di un uomo forte, di un militare esperto che possa guidare il paese in tempi di guerra e, magari, ingraziarsi la potente Francia.

Agli svedesi torna in mente quel generale cortese di Lubecca. La proposta ha dell'incredibile: offrono la corona a Bernadotte. Lui chiede il permesso a Napoleone. L'Imperatore, forse sollevato di togliersi dai piedi quello scomodo parente, acconsente. A una sola condizione, però: Bernadotte deve abiurare il cattolicesimo e diventare luterano. Lui accetta. Il 21 agosto 1810 viene eletto Principe Ereditario.

Il principe ereditario svedese Carlo Giovanni (Bernadotte) alla Battaglia di Lipsia contro le truppe napoleoniche.
Il principe ereditario svedese Carlo Giovanni (Bernadotte) alla Battaglia di Lipsia contro le truppe napoleoniche.

La Sesta Coalizione e la sconfitta di Napoleone a Lipsia

Bernadotte arriva a Stoccolma e diventa, di fatto, il reggente. Assume il nome di Carlo Giovanni. Ma chi si aspettava un burattino nelle mani di Napoleone, si sbagliava di grosso. Bernadotte smette di essere francese e diventa svedese anima e corpo.

Capisce che gli interessi della Svezia non coincidono con quelli della Francia. Nel 1812 rompe il Blocco Continentale (il divieto di commerciare con l'Inghilterra imposto da Napoleone) e si allea con la Russia dello Zar Alessandro I. È il tradimento supremo agli occhi di Bonaparte.

Nel 1813, Bernadotte guida le truppe svedesi nella Sesta Coalizione. È una situazione da tragedia greca: l'ex maresciallo di Francia che insegna agli eserciti alleati come battere i suoi vecchi commilitoni. Sconfigge il generale Oudinot a Großbeeren, batte il maresciallo Ney a Dennewitz e gioca un ruolo chiave nella decisiva Battaglia di Lipsia. "E dire che io fui un tempo Maresciallo di Francia e ora sono soltanto il Re di Svezia!", esclamerà con amarezza anni dopo.

Morte e successione: la dinastia Bernadotte oggi

Nel 1818, alla morte del vecchio re, Bernadotte sale ufficialmente al trono come Carlo XIV Giovanni di Svezia e Carlo III di Norvegia (che nel frattempo era stata strappata alla Danimarca e unita alla Svezia).

Il suo regno è lungo e pacifico. L'uomo di guerra diventa un uomo di pace. Niente più battaglie, ma canali (il famoso Canale di Göta), industrie, agricoltura. Certo, non mancano le stranezze: non imparerà mai lo svedese, continuerà a governare in francese e gli svedesi, un po' perplessi, si terranno questo re venuto dal sud che diceva "L'amore del mio popolo è la mia ricompensa".

Muore nel 1844, a 81 anni. La sua dinastia siede ancora oggi sul trono di Svezia, unica sopravvissuta tra tutte quelle create nell'era napoleonica.

Ma c'è un ultimo, delizioso dettaglio che rende questa storia perfetta. Si racconta che Bernadotte, in punto di morte, rifiutasse di farsi visitare il petto dai medici. Solo quando fu preparata la salma si scoprì il motivo. Sul torace del Re di Svezia, retaggio dei suoi ardori giovanili e rivoluzionari, c'era un tatuaggio sbiadito che recitava: "Morte ai Re!". L'ironia suprema della Storia.


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Matteo Galavotti

Studente di Storia

Ciao, sono al secondo anno di storia all'università e scrivo articoli man mano che studio per gli esami. Mi piace programmare siti web dunque eccomi qua.

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