La Lega di Smalcalda è un'alleanza militare difensiva nata nel febbraio 1531 tra i principi protestanti tedeschi per proteggersi dall'Imperatore Carlo V. Questo articolo offre un riassunto sulla Lega di Smalcalda, spiegando come l'alleanza, guidata da figure come Filippo d'Assia e Giovanni di Sassonia, riuscì a resistere per sedici anni creando uno "stato nello stato". Analizzeremo i principali partecipanti della lega (come Strasburgo e Ulma) e come questo fronte unito portò, nonostante la sconfitta militare, al riconoscimento del Luteranesimo.
Pubblicato: 08/12/2025
Ultima modifica: 10/12/2025
Immaginate la Germania della prima metà del Cinquecento. Non è uno stato unitario come lo conosciamo oggi, ma un mosaico complicatissimo di centinaia di piccoli stati, città libere e ducati. Sopra tutti loro c'è un uomo, Carlo V d'Asburgo, l'Imperatore sul cui regno non tramonta mai il sole.
Ma c'è un problema: quest'uomo, che è anche il braccio secolare della Chiesa Cattolica, si trova a dover gestire un incendio che non si spegne. È l'incendio acceso da Lutero nel 1517.
Fino a un certo punto, la frattura era rimasta teologica. Ma quando la politica si mischia alla fede, le cose cambiano. I principi tedeschi che avevano aderito alla Riforma capiscono una cosa fondamentale: da soli sono spacciati, ma insieme possono sopravvivere. È qui che nasce la Lega di Smalcalda.
In questo articolo vedremo come un gruppo di "eretici" (agli occhi dell'Impero) sia riuscito a tenere in scacco l'uomo più potente del mondo per quasi vent'anni, non solo con le preghiere, ma con le picche e i cannoni.
Dobbiamo fare un passo indietro al 1530. Carlo V è appena stato incoronato dal Papa e decide che è ora di mettere ordine in Germania. Vuole ricucire lo strappo religioso, o almeno ci prova. Convoca tutti alla Dieta di Augusta. L'atmosfera è tesa.
I luterani mandano avanti il loro teologo più diplomatico, Filippo Melantone, che presenta la Confessio Augustana, un testo che cerca di smussare gli angoli, di trovare un compromesso accettabile.
Ma dall'altra parte non c'è voglia di compromessi. I teologi cattolici rifiutano la proposta e l'Imperatore, forte della sua autorità, dà un ultimatum: o tornate all'ovile cattolico, o ci saranno conseguenze.
Rimette in vigore l'Editto di Worms che bandiva le idee luterane. Per i principi protestanti è una doccia fredda. Capiscono che il tempo delle discussioni è finito e che Carlo V potrebbe usare la forza per estirpare quella che lui considera un'eresia. Si sentono con le spalle al muro.
La reazione è immediata. Nel dicembre del 1530, pochi mesi dopo il fallimento di Augusta, due figure chiave prendono l'iniziativa: il Langravio Filippo d'Assia (Langravio è un titolo nobiliare tedesco) e l'Elettore Giovanni di Sassonia convocano una riunione nella cittadina di Smalcalda (in tedesco Schmalkalden).
Qui, nel febbraio del 1531, viene siglata ufficialmente l'alleanza.
La Lega di Smalcalda è un'alleanza militare difensiva vera e propria. Il patto è semplice e diretto: se uno dei membri viene attaccato per motivi religiosi, tutti gli altri devono intervenire in sua difesa. È un messaggio chiarissimo all'Imperatore.
Aderiscono principi potenti e città importanti come Strasburgo, Ulma e Brema. Si impegnano a fornire fanti e cavalieri. Creano, di fatto, uno stato nello stato, pronto alla guerra.
A questo punto potreste chiedervi: ma se Carlo V era così potente, perché non li ha spazzati via subito? La Lega di Smalcalda è durata ben sedici anni. Com'è possibile? La risposta sta nella geopolitica. Carlo V aveva le mani legate. Mentre i principi protestanti si organizzavano, l'Impero era minacciato da due giganti.
Da una parte c'erano i turchi ottomani, che premevano sui confini orientali e l'Imperatore aveva disperatamente bisogno degli uomini e dei soldi dei principi tedeschi (anche di quelli luterani!) per difendere la cristianità.
Dall'altra c'era il suo eterno rivale, il re di Francia Francesco I, sempre pronto a pugnalarlo alle spalle. Addirittura, Francesco I non si fece scrupoli ad allearsi ufficiosamente con la Lega pur di indebolire gli Asburgo.
Così, nel 1532, si arrivò alla Pace di Norimberga: una tregua. Carlo V dovette ingoiare il rospo e tollerare i protestanti in cambio del loro aiuto contro i turchi.
Per anni, la Lega poté espandersi, confiscare beni ecclesiastici e cacciare duchi cattolici (come nel caso del Ducato di Brunswick nel 1542) quasi indisturbata.
Tutto cambia verso la metà degli anni Quaranta del Cinquecento. La situazione internazionale si sblocca: Carlo V fa pace con la Francia (Pace di Crépy, 1544) e firma una tregua con i turchi.
Ora ha le mani libere. In più, la Lega si indebolisce dall'interno. Filippo d'Assia viene coinvolto in uno scandalo di bigamia che ne distrugge la reputazione, costringendolo a chiedere il perdono imperiale.
Ma il colpo di grazia arriva dal tradimento. Maurizio di Sassonia, un principe protestante e cugino di uno dei leader della Lega, decide di passare dalla parte dell'Imperatore. Carlo V gli promette terre e titoli in cambio del suo aiuto. È la mossa vincente.
Nel 1546 scoppia la guerra aperta, la cosiddetta Guerra di Smalcalda. L'esercito della Lega, pur essendo numeroso, è diviso e mal comandato. I leader litigano tra loro, le città non vogliono inviare truppe lontane da casa. Carlo V, invece, colpisce duro. Lo scontro decisivo avviene il 24 aprile 1547 a Mühlberg, evento noto come Battaglia di Mühlberg, combattuta nell’omonima città, che si trova tra Lipsia, Dresda e Berlino.
È una disfatta totale per i protestanti. L'esercito imperiale sbaraglia la Lega, i capi vengono catturati e imprigionati. Sembra la fine del protestantesimo in Germania. Carlo V è all'apice del suo potere: ha sconfitto i francesi, contenuto i turchi e ora ha schiacciato l'eresia interna.
La storia, però, ha molta ironia. La vittoria militare di Carlo V si rivelò, paradossalmente, inutile sul piano politico. Il protestantesimo si era ormai radicato troppo a fondo nella società tedesca per essere estirpato con le armi. I principi, anche quelli cattolici, iniziarono a temere che l'Imperatore fosse diventato troppo potente e minacciasse la loro autonomia.
Pochi anni dopo Mühlberg, le ostilità ripresero (con il voltafaccia dello stesso Maurizio di Sassonia contro l'Imperatore) e Carlo V, ormai stanco e deluso, dovette arrendersi alla realtà.
Nel 1555, con la Pace di Augusta, riconobbe ufficialmente l'esistenza della fede luterana secondo il principio cuius regio, eius religio (la religione dei sudditi deve seguire quella del loro principe).
La Lega di Smalcalda aveva perso la guerra, ma la causa per cui era nata aveva vinto. L'unità religiosa dell'Impero era finita per sempre.
Studente di Storia
Ciao, sono al secondo anno di storia all'università e scrivo articoli man mano che studio per gli esami. Mi piace programmare siti web dunque eccomi qua.
Articolo pubblicato il 08/12/2025
Ultimo aggiornamento il 10/12/2025