la Pace di Oliva, il 3 maggio 1660, pose fine alla Seconda Guerra del Nord, ridisegnando gli equilibri geopolitici del Baltico. Questo storico trattato garantì alla Svezia l'egemonia territoriale, sancì la definitiva rinuncia della Polonia al trono svedese e riconobbe la piena sovranità della Prussia degli Hohenzollern, ponendo le basi per la nascita della futura potenza tedesca.
Pubblicato: 07/12/2025
Ultima modifica: 10/12/2025
Se passate dalle parti di Danzica, potreste imbattervi in un antico monastero cistercense, quello di Oliva (o Oliwa). Oggi è un luogo tranquillo, ma immaginatevi l'atmosfera che si respirava lì il 3 maggio 1660. In quelle stanze, tra monaci e diplomatici, si stava chiudendo uno dei capitoli più complessi e sanguinosi della storia del Nord Europa.
Stiamo parlando del Trattato di Oliva, un accordo che ha messo fine alla cosiddetta "Seconda Guerra del Nord" (o Prima Guerra del Nord, a seconda delle storiografie), un conflitto che aveva visto la Svezia combattere praticamente contro tutti: Polonia, Brandeburgo, Impero e altri ancora.
Ma perché questo trattato è così importante da meritarsi un posto nei libri di storia? Scopriamolo insieme, andando oltre le date e guardando cosa cambiò davvero per le potenze in gioco.
Per capire la portata dell'evento, bisogna guardare chi c'era al tavolo delle trattative. C'erano l'imperatore Leopoldo I, il re di Polonia Giovanni II Casimiro e il Grande Elettore Federico Guglielmo di Brandeburgo.
E la Svezia? Qui c'è un dettaglio fondamentale. Il bellicoso re svedese Carlo X era morto improvvisamente pochi mesi prima, nel febbraio del 1660. La sua scomparsa fu un vero colpo di fortuna per la diplomazia: senza la sua aggressività, la strada per la pace divenne improvvisamente percorribile.
Dietro le quinte, però, il vero regista fu un francese: il Cardinale Mazzarino. La Francia, infatti, non voleva che la Svezia (sua storica alleata) uscisse troppo indebolita dal conflitto. Grazie all'abilità diplomatica di Mazzarino, la Svezia riuscì a strappare condizioni incredibilmente vantaggiose per una nazione che, militarmente, stava iniziando a perdere colpi contro una coalizione così vasta.
Il documento firmato a Oliva (che recava la solenne iscrizione latina Pacis Oliviensis ad Gedanum in Prussia) stabilì alcuni punti fermi che avrebbero condizionato il futuro dell'Europa:
La Pace di Oliva non fu solo una tregua per riprendere fiato. Fu lo spartiacque che chiuse l'epoca dell'egemonia polacca nell'area e consolidò la posizione della Svezia come grande potenza (anche se i segni del declino erano all'orizzonte). Ma soprattutto, mise sulla mappa politica europea il Brandeburgo-Prussia come stato sovrano e indipendente.
Senza quel 3 maggio 1660 nel monastero di Oliva, l'ascesa della Prussia e la storia moderna della Germania sarebbero state molto diverse. È affascinante pensare come la firma su un pezzo di carta, agevolata dalla morte di un re e dall'astuzia di un cardinale francese, abbia potuto innescare conseguenze che arrivano fino ai secoli successivi.
Studente di Storia
Ciao, sono al secondo anno di storia all'università e scrivo articoli man mano che studio per gli esami. Mi piace programmare siti web dunque eccomi qua.
Articolo pubblicato il 07/12/2025
Ultimo aggiornamento il 10/12/2025