Nel 1516, Francia e Spagna firmano la Pace di Noyon, spartendosi l'Italia: il Ducato di Milano ai francesi e il Regno di Napoli agli spagnoli. Sembrava l'inizio di un'era di stabilità, ma si trattò solo di una breve tregua prima del titanico scontro tra Francesco I e Carlo V che avrebbe insanguinato l'Europa.
Pubblicato: 09/12/2025
Ultima modifica: 10/12/2025
Siamo nel 1515. Le Guerre d'Italia imperversano ormai da vent'anni, da quando la Discesa di Carlo VIII aveva aperto il vaso di Pandora dei conflitti europei nella penisola.
La scena politica cambia radicalmente con l'ascesa al trono di Francia di un giovane ambizioso: Francesco I. Appena ventenne, il nuovo re non perse tempo. Nell'agosto 1515 passò le Alpi con un esercito formidabile, deciso a riprendersi ciò che la Francia aveva perduto. Lo scontro decisivo avvenne a settembre a Melegnano (oggi Marignano): qui, grazie all'artiglieria e all'aiuto dei veneziani, i francesi travolsero la fanteria svizzera, fino ad allora considerata invincibile, che difendeva Milano.
Francesco I rientrò a Milano da trionfatore. Ma la guerra non poteva durare in eterno. Le potenze europee, stanche e a corto di risorse, cercarono una via d'uscita diplomatica. Fu così che l'anno seguente, nel 1516, si giunse alla Pace di Noyon.
La Pace di Noyon non fu un trattato di amicizia, ma una spartizione pragmatica delle sfere d'influenza. I due contendenti principali, Francesco I di Francia e il giovane Carlo d'Asburgo (che aveva appena ereditato la corona di Spagna alla morte del nonno Ferdinando il Cattolico), decisero di congelare la situazione:
Sulla carta, sembrava la soluzione perfetta. L'Italia veniva divisa in due blocchi distinti, creando un equilibrio bipolare che avrebbe dovuto garantire la pace. Agli svizzeri, sconfitti, restava solo l'attuale Canton Ticino (Bellinzona), mentre Venezia tirava un sospiro di sollievo dopo i disastri seguiti alla Lega di Cambrai.
Gli storici spesso definiscono Noyon come una "tregua armata". Perché? Perché l'equilibrio si basava su una premessa fragile: che le ambizioni dei due sovrani si fossero placate.
Non dobbiamo dimenticare chi erano i protagonisti. Da una parte c'era Francesco I, orgoglioso e guerriero. Dall'altra c'era Carlo d'Asburgo, un ragazzo che stava per diventare l'uomo più potente del mondo. Nel 1519, infatti, Carlo fu eletto Imperatore del Sacro Romano Impero con il nome di Carlo V.
Improvvisamente, la mappa cambiò colore. Francesco I si trovò accerchiato: la Spagna a sud, l'Impero a est, i Paesi Bassi a nord. Tutti territori nelle mani di un solo uomo. La divisione dell'Italia sancita a Noyon non era più sostenibile per l'Imperatore, che voleva unire i suoi domini tramite la "Via Spagnola" (che passava proprio per Milano), né per il Re di Francia, che si sentiva soffocare nella morsa asburgica.
La Pace di Noyon durò lo spazio di un mattino. Già nel 1521 le ostilità ripresero, più violente di prima. L'illusione di aver sistemato la "questione italiana" con un trattato si infranse contro la realtà della geopolitica imperiale.
Il Ducato di Milano, assegnato alla Francia a Noyon, divenne l'ossessione di Carlo V. La guerra riprese e portò a eventi drammatici che avrebbero cambiato per sempre la storia, come la disfatta francese nella Battaglia di Pavia del 1525, dove lo stesso Francesco I finì prigioniero, e il traumatico Sacco di Roma del 1527. L'equilibrio di Noyon era morto, sepolto dalle ambizioni di una monarchia universale.
Studente di Storia
Ciao, sono al secondo anno di storia all'università e scrivo articoli man mano che studio per gli esami. Mi piace programmare siti web dunque eccomi qua.
Articolo pubblicato il 09/12/2025
Ultimo aggiornamento il 10/12/2025