Nel 1528, durante l'assedio francese a Napoli, l'ammiraglio genovese Andrea Doria cambiò improvvisamente campo, passando dal servizio di Francesco I a quello dell'Imperatore Carlo V. Questa decisione lasciò l'esercito francese senza flotta, condannandolo alla ritirata, e legò per secoli il destino politico e finanziario di Genova alla Spagna.
Pubblicato: 09/12/2025
Ultima modifica: 10/12/2025
Per comprendere la portata di quello che accadde nell'estate del 1528, dobbiamo immergerci nel caos delle Guerre d'Italia. L'anno precedente, la penisola era stata sconvolta dal brutale Sacco di Roma, un evento che aveva messo in ginocchio il Papato e scioccato la cristianità.
Ma la Francia di Francesco I non si era data per vinta. Approfittando dello sdegno internazionale contro Carlo V, aveva lanciato una nuova offensiva per riconquistare il Regno di Napoli. L'esercito francese, guidato dal generale Lautrec, scese verso il Mezzogiorno e cinse d'assedio Napoli. La vittoria sembrava a portata di mano: la città era bloccata via terra dalle truppe e via mare dalla flotta genovese, allora alleata dei francesi.
Genova, infatti, era la chiave di volta. Senza le sue galere, nessun blocco navale era efficace. E il padrone di quelle galere era un uomo solo: Andrea Doria.
Andrea Doria non era un semplice ammiraglio. Era un imprenditore della guerra, un condottiero del mare. Apparteneva a una delle famiglie più antiche di Genova, ma il suo potere derivava dalle navi che possedeva personalmente e che affittava al miglior offerente.
Fino a quel momento, aveva servito il Re di Francia. Ma i rapporti si erano incrinati. Francesco I, spesso arrogante e cattivo pagatore, tardava a versare i compensi pattuiti e, peggio ancora, sembrava voler favorire Savona, l'eterna rivale di Genova, per indebolire la superba Repubblica. Doria, uomo d'orgoglio e di calcoli precisi, capì che il vento stava cambiando.
E così, nel luglio 1528, accadde l'impensabile. Con una manovra a sorpresa, Andrea Doria ritirò le sue galere dall'assedio di Napoli. Non tornò a casa per restare neutrale: passò armi e bagagli al nemico, offrendo i suoi servizi all'Imperatore Carlo V.
Fu un colpo di scena degno di un romanzo. Immaginate lo sgomento nel campo francese: le vele che dovevano proteggerli e affamare Napoli improvvisamente issavano le insegne imperiali. L'esercito francese si trovò isolato. Senza il blocco navale, Napoli poté ricevere rifornimenti via mare dalla Sicilia e dalla Spagna.
Per i francesi fu la fine. Colpiti da una terribile pestilenza e privati del supporto logistico, dovettero ritirarsi miseramente. L'impresa che doveva vendicare la sconfitta della Battaglia di Pavia si trasformò in un'altra disfatta.
Ma la svolta di Andrea Doria non ebbe effetti solo militari. Tornato a Genova come un liberatore (e con la protezione del potente Carlo V alle spalle), Doria impose una riforma costituzionale radicale.
Fino ad allora, Genova era stata lacerata dalle lotte tra fazioni. Doria instaurò un regime oligarchico stretto, simile a quello veneziano, che portò stabilità e ordine. Pur rifiutando formalmente la signoria della città (preferì il titolo di "Padre della Patria" e il ruolo di ammiraglio imperiale), legò indissolubilmente il destino della Repubblica alla Spagna.
Da questo momento in poi, Genova divenne il "forziere" dell'Impero spagnolo. I banchieri genovesi iniziarono a prestare somme immense alla corona spagnola, finanziando le guerre di Carlo V e dei suoi successori in tutta Europa. Era nato quel legame d'acciaio e d'oro che avrebbe reso il secolo successivo el siglo de los genoveses ("il secolo dei genovesi").
La decisione di un solo uomo nel 1528 ebbe conseguenze geopolitiche che durarono secoli. Il fallimento della spedizione francese a Napoli confermò definitivamente il dominio spagnolo sul Mezzogiorno d'Italia.
La Francia, persa la flotta genovese, perse anche la capacità di proiettare potenza nel Mediterraneo, rassegnandosi a quel ruolo secondario in Italia che sarebbe stato poi certificato dalla Pace di Cateau-Cambrésis nel 1559. Andrea Doria morì quasi centenario, lasciando una Genova ricca, potente, ma ormai satellite dell'Impero spagnolo.
Studente di Storia
Ciao, sono al secondo anno di storia all'università e scrivo articoli man mano che studio per gli esami. Mi piace programmare siti web dunque eccomi qua.
Articolo pubblicato il 09/12/2025
Ultimo aggiornamento il 10/12/2025